martedì 22 marzo 2016

Gentry Day 2016, Bolton

Londra 2013, Griffin Park, Brentford vs Preston North End, il mio primo "Gentry Day", impossibile da dimenticare, tante cose sono cambiate da allora, innanzitutto il mio rapporto con i tifosi che da quel giorno si è trasformato, con alcuni di loro, in una bellissima amicizia, ma quello che non è cambiato è il mio tifo per questa meravigliosa squadra e la mia voglia di partecipare ancora a questa giornata così speciale ed importante per ogni Northender.
Quel Gentry Day lasciò il segno dentro di me... Il Gentry Day , già... una giornata che non significa soltanto mettersi in testa una bombetta, vestirsi in modo elegante, fare festa, cantare e sperare che la squadra vinca, no.. il vero significato è un altro e vi assicuro che ogni tifoso del North End lo conosce bene e lo sente vivo dentro di sè perchè in questo giorno noi ricordiamo i nostri amici che purtroppo ci hanno lasciati, li salutiamo con rispetto e malinconia, ricordiamo ogni persona legata al Club che ha abbandonato i propri cari, ma non dimentichiamo nemmeno di rispettare anche il ricordo degli avversari che hanno avuto la stessa sorte.
Noi siamo la Gentry, la Gentry del Preston North End, siamo più che tifosi della stessa squadra, siamo amici legati da qualcosa di più grande, qualcosa che ci porteremo sempre dentro, qualcosa che non si può cancellare.
Sono contento ed onorato di farne parte, così come ogni tifoso del North End, anche chi non ha ancora avuto la possibilità di parteciparvi, per me condividere questa giornata è importantissimo ed ha un significato davvero speciale, così tanto da farmi preferire questa partita a qualsiasi altra, mi fa preferire una trasferta contro il Bolton ultimo in classifica piuttosto che una trasferta a Blackburn dove più di 7.000 tifosi del PNE andranno per rivivere finalmente questo attesissimo derby.
Nel 2014 andai in trasferta a Bristol convinto che il Gentry Day venisse organizzato per la partita di Ashton Gate contro il Bristol City, ma poi invece la scelta cadde nuovamente su Griffin Park, nel 2015 aspettai che la scelta fosse sicura e così prenotai per Nottingham dove il Preston avrebbe giocato a Meadow Lane contro il Notts County... ma anche qui accadde un imprevisto, certo, un imprevisto molto bello, dato che i ragazzi ottennero una fantastica qualificazione in FA Cup che gli avrebbe permesso di sfidare a Deepdale il grande Manchester United, ma un imprevisto che mi impedì anche in questo caso di partecipare nuovamente al Gentry Day visto che il match contro i Red Devils fece rinviare quello contro i Magpies... intendiamoci, è stato splendido andare a Deepdale per quella sfida di grande prestigio, ma per per rivivere le emozioni del giorno più sentito della stagione ho dovuto aspettare il 12 marzo 2016 per la sfida in trasferta contro il Bolton Wanderers, una sorta di derby per il PNE, ma di certo in nessun modo sentito come quelli contro Blackpool, Burnley e Blackburn, anzi con i Trotters non c'è alcuna rivalità, semmai quasi un pò di simpatia.
Ed arriviamo quindi al racconto di questo nuovo appassionante viaggio, breve, ma denso di bellissimi ed indimenticabili momenti che resteranno per sempre scolpiti nel mio cuore; io e Silvia partiamo come sempre da Bergamo con direzione Manchester dove arriviamo intorno alle 19,00 inglesi, giusto in tempo per prendere il treno per Horwich alle 19,29, già Horwich perchè il Macron Stadium, nuovo stadio dei Trotters, è situato appunto in questa piccola cittadina nella periferia di Bolton, lo stadio si trova a due passi dalla stazione dove c'è  anche l'Arena e l'albergo in cui avremmo pernottato per i successivi tre giorni.
Nel corso del viaggio prima in aereo e poi in treno non ho fatto altro che pensare a quello che sarebbe stato questo Gentry Day, agli amici che avrei finalmente rivisto, all'emozione di condividere con tutti loro questa giornata così speciale ed unica, alla voglia di sentirmi ancora una volta uno di loro, cantare, bere, far festa, sostenere la squadra con loro, ma sempre nel ricordo e rispetto del significato così serio ed importante che caratterizza questo giorno.
In valigia l'irrinunciabile bombetta e la nuova bandiera che ho voluto realizzare per associare ed in qualche modo unire le città di Preston e la mia città, Lecco, pur sempre identificandomi nei GBS, il nostro "Italian Branch", e per onorare il North End e la "Gentry".
In circa mezz'ora arriviamo ad Horwich, una stazione un pò "fredda" e poco accogliente rispetto a quanto può invece essere quella di Preston, ma forse si tratta solo di un sentimento personale dato che ormai la città del PNE la sento un pò anche mia ...
Appena usciamo dalla stazione la prima cosa che vediamo è la scritta illuminata "Macron ".. bene, il mio Gentry Day è già iniziato, la sola vista in lontananza dello stadio che ospiterà questa partita mi riempie di adrenalina e di voglia che arrivi presto quel momento, immagino già l'ondata di Northenders con la loro bombetta in testa, i loro vestiti eleganti e la loro allegria.


In pochi minuti arriviamo a piedi all'albergo dove troviamo subito una gradita e divertente sorpresa... il nostro amico Trevor ci ha lasciato una busta contenente la preziosa ricevuta dei biglietti acquistati per la partita ed anche due lattine di "Boddington's", un chiaro riferimento al ricordo dell'ultima trasferta a Preston quando questa birra... diciamo cosi... fu la protagonista della serata dopo il match giocato contro l'Ipswich... 
Un chiaro segnale di Trevor ed un simpatico modo di darci il bentornato in Inghilterra, o meglio, nel Lancashire!
Dopo pochi minuti io e Silvia ci tuffiamo subito nel pub caldo ed accogliente posto proprio di fronte all'albergo, non vediamo l'ora di mangiare e bere qualcosa, il viaggio è stato piacevole, ma anche lungo e stancante e pochi istanti dopo sono contento di avere al mio tavolo una bottiglia di Bulmers, il sidro alla mela che preferisco, fresco e dissetante, ed un piatto di fish & chips, giusto per sentirmi ancora di più nella Terra che amo, che gusto con immenso piacere, aspettavo questo momento dalla scorsa estate!
Dopo aver cenato la stanchezza si fa sentire e fa abbastanza freddo, ma non resisto alla tentazione di fare due passi per andare a vedere da vicino lo stadio del Bolton Wanderers e la statua di Nat Lofthouse, la leggenda di questo Club.
Oltre a seguire il Preston sono anche un grande appassionato di stadi britannici ed è di certo una bella emozione poterne vedere un altro dal vivo anche se in questo caso non si può parlare di un tipico impianto "old style", quelli che maggiormente amo, dato che il Macron Stadium, come si può anche immaginare dal nome preso dallo sponsor, è uno stadio moderno, bellissimo nella sua specie, ma al quale manca quel tipico fascino british e la storia, essenziale per farlo veramente già sentire la casa dei Wanderers.
Soddisfatto e contento concedo finalmente a Silvia la possibilità di tornare in albergo dove un caldo letto ci aiuta a dormire serenamente ed allietati, almeno nel mio caso, dal pensiero di quello che sarà il giorno dopo, non vedo l'ora e spero che arrivi presto mattina!
Anche dalla finestra della camera posso vedere la facciata principale dello stadio e quando mi sveglio la mattina seguente lo riesco a vedere con la luce del giorno.


La giornata inizia nel migliore dei modi grazie alla deliziosa "Full English Breakfast", altra caratteristica dei nostri viaggi nel Regno Unito alla quale non si può rinunciare, e prosegue poi allo stadio dove dobbiamo recarci al Ticket Office per ritirare i nostri biglietti e ne approfittiamo per visitare meglio lo stadio, alla luce del sole, e scattare un pò di foto ricordo.
Andiamo poi allo shop ufficiale del Bolton dove acquisto un paio di spille per la mia collezione, oltre alle maglie ufficiali della stagione in corso e della stagione passata in vendita con sconti irrinunciabili al prezzo di 10 e 5 sterline!








Nello shop ci sono diverse foto e ricordi relativi ai giocatori del passato, come detto è uno stadio moderno, con poca tradizione e situato in periferia, ma la storia del Club è ben presente nella memoria di ognuno e l'amore per i Wanderers è evidente.
In attesa che arrivi mezzogiorno, l'orario dell'appuntamento con alcuni amici, visitiamo alcuni negozi posti in un centro commerciale all'aperto situato dietro allo stadio... altro esempio della modernità del Macron Stadium, l'impressione è che si sia voluta costruire una "piccola città dello svago" con lo shopping, lo stadio di calcio e l'arena... preferisco di gran lunga quei piccoli vecchi stadi che si trovano nel bel mezzo delle città, tra le case e le vie, lontani da centri commerciali ed altri luoghi di business che nulla hanno a che fare con il football, ma comunque devo ammettere che il Macron Stadium è davvero un bell'impianto, un piccolo Emirates, stadi molto belli, nulla da dire, ma ai quali mancano fascino, tradizione e quella tipica atmosfera che rievoca i vecchi tempi e chi ti fa sentire un vero tifoso ed appassionato di quel magico football che tanto amiamo.
Poco prima di mezzogiorno andiamo in albergo per prepararci, prendo la bombetta e la bandiera, simo pronti, è il momento tanto atteso ed all'orario stabilito Janice con la figlia Christine ed il compagno di quest'ultima, Mark, arrivano puntuali e pronti come noi a vivere in pieno questa giornata magica.
Dopo i saluti andiamo tutti insieme a piedi in direzione del Bee Hive Pub dove sappiamo che anche altri tifosi del PNE si incontreranno in attesa dell'inizio della partita, la gente ci guarda incuriosita dalle bombette che portiamo sulle nostre teste e quando arriviamo a destinazione il locale è già pieno di Northernders, la Gentry è arrivata e sta invadendo Horwich!


Troviamo subito alcuni amici come John, Bill, Tim ed altri, tutti sono felici di rivederci, sono sensazioni fantastiche, è bello sentirsi di nuovo a casa insieme a tante persone pronte a condividere con noi questo Gentry Day.
Ci sediamo ad un tavolo a bere qualcosa, appendiamo la nostra bandiera ad una finestra in modo che tutti possano sapere che ci siamo anche noi, siamo lì con tutti gli altri, pronti a vivere un giorno memorabile, arrivano altri amici tra i quali Andy, che mi regala delle spille sempre preziose per la mia collezione, e Ian, facciamo la conoscenza di altri tifosi, molti mi riconoscono e mi chiedono del Fans Club e dei motivi che mi hanno spinto a fondarlo ed a seguire questa squadra, l'atmosfera comincia a diventare quella che ho sempre sognato di vivere, in trasferta, nel pub in attesa di andare allo stadio, si comincia a cantare, alcuni tifosi intonano i tipici cori come "Can't Help Falling in Love", "The Whites go marching in", "Simon Grayson is a White" e così via, mi immergo senza pensarci facendomi trascinare dall'entusiasmo e dalla voglia di sentirmi ancora di più parte integrante di tutto questo, per loro è quello che succede ogni sabato, ma per me è qualcosa di speciale, qualcosa che ho finalmente l'opportunità di vivere di persona, ma che purtroppo so di non poter ripetere presto; questo mi spinge a godermi ogni secondo al massimo, non voglio perdermi niente, non voglio dimenticare mai queste emozioni, voglio sentirle mie, ma anche condividerle con gli altri tifosi, con Silvia, ma anche con chi tifa con la mia stessa passione per questa squadra, ma che non ha avuto la possibilità di essere presente come era successo a me negli ultimi due anni.














Il tempo passa e nemmeno me ne accorgo, ma per loro è così, ci si avvia verso lo stadio quando mancano pochi minuti alle 3.00 p.m. il classico orario delle partite nel sabato inglese, formiamo in piccolo corteo, ognuno di noi con la propria bombetta, molti vestono abiti eleganti, alcuni portano bastoni da passeggio o ombrelli, tipici elementi della classica figura da "Gentleman", è davvero bello dare un pò di colore a questo giorno, io sventolo la mia bandiera con orgoglio, alcuni tifosi del Bolton ci chiedono per quale motivo siamo vestiti in questo modo e spieghiamo loro il significato di tutto questo.



Arriviamo agli ingressi del settore ospiti, salutiamo Janice, Christine e Mark, con i quali ci rivedremo dopo la partita, e ci mettiamo in coda, mentre attendiamo di entrare incontriamo Liam, felicissimo di vederci ed una volta dentro veniamo subito riconosciuti da altri ragazzi, Michael, Jack ed altri, facciamo foto con la bandiera, si canta e si chiacchiera e poi finalmente troviamo anche Trevor, ma poi arriva il momento di andare sugli spalti, le squadre stanno per entrare in campo ed il ruggito della Gentry si fa sentire con tutta la sua forza e la sua voglia di sostenere i ragazzi oggi in maglia gialla.








Appena arriviamo al nostro posto ci accorgiamo di essere vicini ad altri amici, Anthony, Ben e John, ma c'è poco tempo per salutarsi perchè è già ora di immergersi in pieno nell'atmosfera della partita, cantando a squarciagola, incitando la squadra e urlando il nostro orgoglio, l'orgoglio di rappresentare il Preston North End, l'orgoglio di essere la Gentry sventolando le nostre bombette.










Questo è il senso di appartenenza che amo, inconsapevolmente mi faccio trasportare da tutto questo, per questi novanta minuti sarò anch'io un ragazzo di Preston, canterò "We are the Gentry" proprio come loro, urlerò  "Take my hand, take my whole life too" perchè è questo quello che sento, è questo quello che sono, un tifoso del Preston North End, niente di più.
Nonostante non ci sia rivalità con i tifosi del Bolton ci sono comunque gli inevitabili sfottò tra le due tifoserie, anche questo fa parte del tifo e della voglia di identificarsi nella propria squadra, nella propria città, ma al 33°, come di incanto, tutto lo stadio è unito nel ricordo delle 33 vittime della tragedia di Burden Park, vecchio storico stadio del Bolton, tifosi di questo Club che 70 anni fa persero la vita durante una partita di FA Cup.
Un momento straordinario, quasi commovente, siamo proprio noi a cantare e ad applaudire nel rispetto di quella tragedia e tutto lo stadio gradisce e si unisce a noi, idealmente PNE e Bolton sono uniti ed ognuno sente dentro di sè l'emozione di condividere questo gesto anche con i tifosi avversari, quelli che il minuto dopo riprenderanno a cantare per la propria squadra ed a deridere la tifoseria opposta.
Anche questo è il Gentry Day, anche questa è la Gentry del Preston North End e sono fiero di farne parte, di essere uno della Gentry.



Durante tutto il match abbiamo cantato senza sosta indipendentemente dal risultato, abbiamo continuato a sostenere la squadra anche nei momenti più difficili, mi sono ritrovato a soffrire prima ed a gioire poi con amici, ma anche con persone che non avevo mai incontrato prima, ma tutti parte della Gentry, tutti parte della grande famiglia del Preston North End.







Tutti sappiamo come è andata la partita, il Bolton è passato in vantaggio, ma nel secondo tempo il PNE ha prima pareggiato con un colpo di testa di Hugill ed ha poi rimontato segnando il gol decisivo all'86° con Doyle, la gioia derivante dai gol è stata impagabile, indescrivibile, soprattutto, come si può immaginare,  dopo quello del 1-2 che ci ha regalato una vittoria ormai insperata.... stavamo osservando la partita che stava volgendo al termine, sembrava che ormai il pareggio fosse il risultato più giusto ed al quale le due squadre si stavano accontentando, ma non era così, i ragazzi, come sempre, ci hanno provato fino alla fine e quando il tiro di Vermjil è stato deviato in porta da un tocco di Doyle nel settore ospiti è scoppiata una gioia incontenibile, quasi incredula, pochi di noi pensavano alla possibilità di conquistare i tre punti a questo punto della partita, ed allora abbiamo urlato la nostra esultanza, abbiamo saltato e ci siamo abbracciati, abbiamo inneggiato ai ragazzi che sono venuti a festeggiare sotto il nostro settore, qualcuno di loro si è messo in testa una bombetta tra quelle che i tifosi hanno lanciato in campo invitandoli ad indossarle.
E' stupendo pensare come un gol possa scatenare tanta felicità, tanto entusiasmo, ma è facile e scontato provare questi sentimenti quando tutto va bene, quello che più mi è sempre rimasto impresso è invece l'incitamento e l'attaccamento ai colori nei momenti difficili, nelle sconfitte e nella sofferenza.
Questo deve essere il calcio, lo sport, il tifo e la fedeltà alla propria squadra, questo è quello che voglio vivere, questo è quello che mi fa sentire un tifoso per davvero anche se, come è ovvio e giusto, si gioca per dare il meglio, per cercare sempre di vincere e quando i momenti di gioia arrivano sono il primo ad essere contento di poterli fare miei.






E così la partita è terminata tra i canti festosi, con i giocatori e Grayson sotto la curva ad applaudirci e noi ad inneggiarli, tre punti preziosi nella corsa ai play off, ma soprattutto una vittoria che ha contribuito a far diventare ancora più bello questo Gentry Day.
Scattiamo le ultime foto, salutiamo gli amici ed i tifosi conosciuti soltanto oggi e poi ci avviamo verso l'uscita con ancora negli occhi le immagini di festa e nel cuore le emozioni appena vissute, l'adrenalina è ancora alta ed avrei voglia di continuare a cantare, vorrei andare nei pub con i tifosi, ma tutti fanno ritorno verso Preston ed il pub vicino all'albergo, nel quale saremmo voluti andare con Janice, Christine e Mark, è riservato solo ai tifosi di casa e ci viene quindi negato l'accesso.
Non ci resta che salutare i nostri amici ai quali vanno i nostri sinceri ringraziamenti, sono stati compagni preziosi e ci hanno dimostrato ancora una volta tanto affetto e simpatia.
E' stata una giornata meravigliosa, avrei voluto che non fosse finita così presto, avrei voluto che la partita durasse di più. avrei voluto poter continuare i festeggiamenti, avrei voluto chiudere gli occhi e ripiombare al Bee Hive Pub o nel settore ospiti del Macron Stadium e allora l'ho fatto con la mia immaginazione, sorseggiando un caffè caldo nella camera d'albergo, riguardando poi le foto scattate durante quella giornata, foto che mi hanno fatto tornare in quei posti, con quelle persone, e rivivere in in un certo senso quelle emozioni, in un certo senso dico perchè sono emozioni che si possono vivere solo in quei precisi momenti e con quelle precise persone, emozioni da vivere di persona e non attraverso foto, racconti, immaginazione..
Ma la vacanza non è finita, è giusto portarsi dentro i ricordi di questa giornata, ma è ancora più giusto continuare a vivere in pieno questi pochi giorni di relax nella cara Inghilterra e godersi al meglio ogni istante, ogni situazione ed ogni luogo con Silvia, la sera ceniamo all'Harvester ed organizziamo la giornata successiva durante la quale visiteremo Stockport e Manchester.
La serata si conclude con gli Highlights della Football League e con Match of the Day, un altro classico irrinunciabile..
Il giorno seguente prendiamo il treno da Horwich in direzione Stockport, qui andiamo a vedere l'Edgeley Park, lo stadio dello Stockport County, è domenica e come sapevo la stadio è chiuso e non c'è nessuno a cui chiedere il permesso di entrare, mi accontento quindi di ammirarlo solo dall'esterno e di scattare qualche foto ricordo, questo sì che è uno stadio vecchio stile, situato in una via qualsiasi in mezzo alle abitazioni, i suoi riflettori si innalzano e dominano quella zona della città, splendido, sono contentissimo di averlo potuto vedere finalmente anche se resta il rammarico per non poter essere riuscito a visitarlo internamente.












La mattinata prosegue nel centro città tra negozi e vie tipiche con i pub e le villette, i monumenti ed il museo dei cappelli, l'Hat Work Museum, Stockport è infatti tradizionalmente famosa per la produzione di cappelli e non a caso il soprannome dello Stockport County è proprio "The Hatters".















Nel primo pomeriggio prendiamo il treno e scendiamo a Manchester Piccadilly, in stazione veniamo avvolti dal rimbombante suono dei cori dei tifosi del West Ham che nel pomeriggio affronteranno ad Old Trafford il Manchester United per una interessante sfida di FA Cup.
Usciamo dalla stazione e subito veniamo immersi nella folla del centro città, Manchester è come me la aspettavo e come l'avevo intravista tutte le volte che ci eravamo passati con il treno, una città grande ed affollata, bella, ma non caratteristica come ad esempio York o Chester, ma forse questo dipende anche dalla zona che abbiamo deciso di visitare, questo è il centro, probabilmente in zone meno centrali avremmo scoperto la vera Manchester, quella non per i turisti.
In ogni caso ci piace, ci sono molti negozi ed andiamo a cercare quelli che più ci interessano, come Fred Perry e Pretty Green, ma anche Size ? dove vado alla ricerca di un paio di Adidas; alla fine porterò a casa le Adidas Hamburg nere e gialle a prezzo scontato ed una polo Fred Perry con gli stessi colori... purtroppo il tempo passa velocemente, sono quasi le 5 p.m. ed i negozi stanno per chiudere, per caso passiamo davanti allo shop ufficiale del Manchester City e faccio giusto in tempo a comprare una spilla.... sempre per la famosa collezione...
Andiamo poi a cercare il Museo del Football, lo troviamo, ma purtroppo è già chiuso... mi sarebbe piaciuto molto visitarlo, ma il tempo a disposizione era poco ed ho preferito dare la precedenza alla visita all'Edgeley Park, stadio che da diversi anni sognavo di poter vedere.














La giornata a Manchester si conclude con una rilassante e squisita cioccolata calda da Starbucks, si torna poi ad Horwich, la vacanza sta giungendo al termine, ma per sfruttare ogni secondo a disposizione decidiamo che la mattina seguente saremmo andati a visitare anche Bolton...
Ed allora lunedì sveglia presto, le valigie per il viaggio di ritorno sono pronte, solita colazione a base di bacon, uova, salsiccia e poi andiamo a prendere il treno che ci porta a Bolton in cinque minuti; abbiamo poco tempo dato che in tarda mattinata dovremo partire per andare in aeroporto, giriamo per il centro, dominato dalla Town Hall, ed entriamo in qualche negozio, a dir la verità Bolton non mi è piaciuta più di tanto, ma il tempo a disposizione era davvero poco e purtroppo arriva presto il momento della partenza..














.. il momento più brutto di ogni vacanza, ma anche il più noioso e dispendioso, il viaggio in treno con la tristezza che mi accompagna e non l'entusiasmo e le aspettative che avevo in quello di andata, il check-in e l'attesa infinita in aeroporto, i preparativi per la partenza ed il viaggio in aereo che solo grazie alla musica proveniente dalle mie cuffie passa in modo rilassante e piacevole, riguardiamo le foto dei giorni scorsi e già mi chiedo quando sarà la prossima volta, ripenso a tutte le emozioni, agli amici, alla partita, al PNE ed ancora una volta mi rendo conto di quanto già mi mancano, di quanto sarà difficile attendere mesi per poter tornare a rivivere tutto questo... ma lo so, tifare una squadra lontana comporta soprattutto questo, tanta sofferenza dovuta all'impossibilità di vedere le partite dal vivo e dalla mancanza della condivisione di questa passione con gli altri tifosi, mi mancheranno tutti loro e l'atmosfera del pre-partita, mi mancheranno i cori, le esultanze, ma anche il fatto di condividere i momenti difficili per poterli superare con più facilità, ma sono convinto che ogni volta che tornerò vivrò ogni attimo con un'intensità che forse i tifosi abituali non provano, con delle emozioni talmente personali che non posso riuscire a descrivere a parole, provando sensazioni tutte mie anche in piccoli particolari che probabilmente per molti contano poco o fanno parte della normalità.
Quando torniamo a casa riguardo la mia bandiera, i regali di Janice, le spille, la maglia del Bolton, il match programme della partita e la bombetta... il simbolo più forte del Gentry Day, un semplice cappello che però per me ha un significato davvero particolare che mi riconduce sempre ai ricordi di tutte le emozioni provate, ecco, sono con queste emozioni che voglio finire il racconto di un viaggio che dentro di me non finirà mai. 

We are the Gentry