sabato 4 giugno 2016

Quando Finney affrontò Eusebio

Tutti conosciamo la storia di Sir Tom Finney, la grande leggenda del Preston North End e della Nazionale Inglese, ma forse qualcuno non sa di quella volta che il campione inglese affrontò in un match europeo Eusebio, il giocatore portoghese più forte di sempre.
Finney terminò la sua fantastica carriera con il Preston North End nel 1960, giocando la sua ultima partita ufficiale il 30 aprile di quell'anno a Deepdale contro il Luton Town, una carriera che lo ha visto protagonista in campo e fuori, grazie alla sua personalità che lo ha reso un esempio ed un campione agli occhi di una città intera, la sua Preston.
Abbiamo già scritto molto su questo grandissimo uomo, che purtroppo ci ha lasciati il 14 febbraio 2014, si potrebbe scrivere all'infinito delle sue prodezze sui campi di calcio, ma anche di quanto fatto per la sua città e la sua Nazione durante e dopo la sua carriera da calciatore, ma questa volta vogliamo raccontare una storia particolare alla quale avevamo già accennato scrivendo a proposito della storia di questo compianto campione.
Sir Tom, come ben sappiamo, ha sempre giocato gare ufficiali per il Preston North End e per la Nazionale Inglese, rendendolo una leggenda del Club del Lancashire oltre che dell'intera Inghilterra, ma ci fu un'eccezione, un'eccezione molto particolare che all'età di 41 anni gli consentì di giocare una partita europea per Club, un'opportunità che purtroppo il North End non gli aveva mai dato, e di affrontare una squadra portoghese fortissima come il Benfica sfidando di conseguenza la stella di quella squadra, il leggendario Eusebio.
Tutto questo avvenne nel 1963, Finney, come detto, si era ritirato nel 1960 ed all'età di 41 anni non avrebbe probabilmente mai pensato di poter calcare ancora una volta i campi da calcio, perlomeno in modo ufficiale, ed addirittura di poter giocare una partita europea contro il grande Benfica del grande Eusebio, questa opportunità non gliela diede il suo PNE o un'altra squadra inglese, magari una di quelle che in Europa ci giocava ogni stagione, ma il semisconosciuto Distillery, Club nordirlandese, oggi chiamato Lisburn Distillery, con sede proprio nella città di Lisburn che si trova nelle vicinanze di Belfast e che è situata sul fiume Lagan che la divide tra le contee di Antrim e Down.
Il Distillery aveva infatti conquistato il Titolo di Campione nel campionato dell'Irlanda del Nord nella stagione precedente, la 1962-63, guadagnando così per la prima volta nella sua storia l'accesso al primo turno della Coppa dei Campioni nella stagione 1963-64.
Per il Distillery quello fu il sesto Titolo conquistato dopo quelli delle stagioni 1895–96, 1898–99, 1900–01, 1902–03, 1905–06 (condiviso con Cliftonville), il primo però che gli concesse di giocare in Coppa dei Campioni (istituita solo nel 1955), ma anche l'ultimo della sua storia sino ad oggi, e quindi la partita contro il Benfica sarebbe stato un evento storico ed importantissimo per il piccolo Club nordirlandese che andava a sfidare un Club invece glorioso e blasonato che aveva conquistato la massima competizione europea nelle stagioni 1960-61 e 1961-62 ed arrivando in finale anche in quella successiva e precedente a questa edizione. 

Distillery 1962-63


I festeggiamenti per il Titolo conquistato nel 1963
Benfica 1963-64

La partita di andata da giocarsi al Windsor Park di Belfast (stadio del Linfield) era in programma per il 25 settembre 1963 e per questo giorno così importante il Club era probabilmente in grande agitazione, ma allo stesso tempo voleva che la squadra potesse fare la miglior figura possibile dinnanzi al Benfica ed a tutta l'Europa, per il proprio prestigio, ma anche per quello di tutta l'Irlanda del Nord, Nazione non abituata a partite di questa importanza.
Quella per il Distillery sarebbe stata la partita più importante in tutta la sua storia, negli anni a venire nel 1970 sfidò in Coppa Uefa il Barcellona, ma fu questa, contro il Benfica, la partita che tutti avrebbero ricordato per sempre.
Per tutti questi motivi Mr George Eastham, manager del Distillery, pensò che per poter affrontare una squadra così forte gli sarebbe servito un grande giocatore, uno che fosse disponibile a giocare questa unica partita e libero da contratti professionistici con altri Club... fu così che il suo pensiero andò subito ad un grande campione "in pensione", ma ancora nella forma fisica giusta per poter giocare questi novanta minuti così importanti per la sua squadra, quel campione era ovviamente il leggendario Tom Finney, un "One man Club" che però sarebbe stato forse disposto a vestire una maglia diversa, ma sempre bianca, da quelle di PNE e Nazionale Inglese, per poter realizzare il sogno di giocare una partita europea per Club.
La parte difficile per Eastham era proprio quella di riuscire a convincere Finney e per farlo il 15 agosto 1963 attraversò il Mare d'Irlanda per andare a Preston dove incontrò di persona l'ex campione presso gli uffici della sua attività a Moor Lane.
Finney a quei tempi si allenava una sera alla settimana con la squadra giovanile del Preston NE per mantenersi in forma in vista dei vari eventi al quale era chiamato a partecipare come ad esempio testimonial match e partite di beneficenza e quindi un suo eventuale impiego nella partita contro il Benfica non sarebbe stato in nessun modo fuori luogo, anzi la classe che lo aveva contraddistinto sui campi di calcio era ancora ben intatta ed avrebbe certamente potuto fare gran comodo al Distillery che non disponeva assolutamente di giocatori del suo livello... anche a 41 anni Finney sarebbe stato senza ombra di dubbio la stella della squadra nordirlandese e con la sua classe avrebbe potuto condurre in compagni di squadra a compiere una grande impresa, proprio quello che voleva Eastham.
Certo, per prepararsi a quella partita Tom Finney avrebbe dovuto comunque intensificare il suo programma di allenamenti, un conto era giocare saltuariamente partite senza nulla in palio, un altro era affrontare, anche se solo per novanta minuti, il Benfica, squadra composta da grandi campioni internazionali, ma probabilmente questo per lui non rappresentava un grande problema... il problema vero era forse quello di dover rappresentare una squadra che non era il Preston North End, una squadra che non sentiva sua.
In qualche modo però, nonostante i dubbi manifestati dal campione, Eastham riuscì nell'impresa di convincerlo e proprio in quel giorno Finney venne ufficialmente registrato per giocare quella partita, solo ed esclusivamente quei novanta minuti, mentre non avrebbe partecipato alla trasferta a Lisbona, in Portogallo, per la partita di ritorno.
Nei giorni che precedettero la sfida Finney si allenò con serietà ed impegno volendo onorare, come nel suo stile, l'impegno preso garantendo così che avrebbe fatto del suo meglio per il Distillery.
L'attesa a Belfast era alta, in un giorno solo Windsor Park avrebbe ospitato Finney ed Eusebio, il Distillery, una delle tante squadre della città nordirlandese e non di certo la più vincente e famosa, avrebbe avuto l'onore di avere un fuoriclasse nella sua formazione, già, Tom Finney avrebbe indossato la maglia dei Whites, per una volta sola, ma a quei tifosi, a questo Club, sarebbe bastata, sarebbe stata abbastanza per poter dire di averlo potuto vedere giocare a football e per di più di averlo potuto ammirare mentre rappresentava proprio la loro squadra.
Arrivò poi il giorno della sua partenza per Belfast dall'Aeroporto Speke di Liverpool, conosciuto anche con il nome commerciale di Liverpool John Lennon Airport, dove, prima di salire a bordo dell'aereo, dichiarò "Non vedo l'ora di giocare la partita, ho accettato con riluttanza, ma lo farò solo per questo unico match e farò del mio meglio".
Finney incontrò i suoi improvvisati compagni di squadra solo il giorno della partita, posso immaginare l'emozione di quei ragazzi, ma anche di quanto fossero onorati di poter giocare al fianco di Finney, un campione che tutti conoscevano ed ammiravano; Eastham decise di schierarlo al centro dell'attacco e di affidargli la fascia di Capitano, un riconoscimento dovuto non solo per il fatto che avesse accettato di giocare questa partita, ma anche e soprattutto per la sua esperienza e per quanto fatto nel corso della sua lunga e gloriosa carriera.

Queste le formazioni che scesero in campo in quella notte storica:

Distillery: Kennedy, Meldrum D., Patterson, Kennedy, Gregg, Ellison, Campbell, Meldrum J., Anderson, Finney, Hamilton

Benfica: Pereira, Cavem, Raul, Cruz, Germano, Humberto, Eusebio, Serafim, Yauca, Coluna, Simoes


Tutto era pronto al Windsor Park di Belfast, uno stadio che aveva già portato fortuna a Finney dato che proprio lì giocò la sua prima partita con la maglia della Nazionale Inglese, fu anche la prima partita del dopoguerra per l'Inghilterra, segnando anche un gol nella netta vittoria per 7-2 degli inglesi contro la Nazionale Nordirlandese, ed ancora lì segnò il suo trentesimo ed ultimo gol per i Tre Leoni segnando il gol del definitivo pareggio per gli inglesi nel 3-3 finale della partita giocata nel 1958 sempre contro l'Irlanda del Nord.
E fu 3-3 anche quella volta a Windsor Park, ma stavolta ad affrontarsi erano il Distillery ed il Benfica, fu un pareggio assolutamente di grande prestigio per gli irlandesi ed il contributo di Finney fu decisivo tanto che un articolo di quei tempi diceva che l'ex giocatore del Preston causò ai tifosi irlandesi due sentimenti opposti, quello del giubilo per la sua grande prestazione, e quello del dispiacere perchè già sapevano che il campione non avrebbe giocato la partita di ritorno a Lisbona dove poi il Distillery avrebbe perso per 5-0 venendo così eliminato dalla competizione europea.
Ma quella resterà per sempre una notte storica per il Distillery e per l'Irlanda del Nord, a Windsor Park andò di scena un grandissimo spettacolo e la squadra di casa riuscì nell'incredibile impresa di segnare tre gol al fortissimo Benfica fermandolo su un inaspettato e sorprendente pareggio.
Quella notte c'era un'atmosfera molto particolare a Belfast ed a Windsor Park i  19.326 tifosi accorsi nonostante la forte pioggia erano eccitati per questa partita così inedita e prestigiosa, accorsero in tanti per vedere il piccolo Distillery sfidare il grande Benfica, ma anche per vedere con i propri occhi le gesta di due fuoriclasse come Finney ed Eusebio, un "amico per una notte" ed un "nemico per questa notte e per quella di Lisbona", ma entrambi rispettati per le loro rispettive carriere e per la loro innegabile classe che li contraddistingueva in campo e che li faceva subito sembrare i più forti tra i 22 che si sfidavano.
Sotto quella pioggia torrenziale non servirono i riflettori di Windsor Park per illuminare Finney che subito dopo nemmeno un minuto di gioco riuscì a liberarsi tra i difensori portoghesi e ad innescare con un passaggio preciso l'accorrente Kennedy che calciò a rete battendo il portiere avversario e trovando così l'immediato gol del vantaggio per gli irlandesi.
La maggiore esperienza permise ai lusitani di trovare dopo pochi minuti, al 15°, il gol del pareggio con Serafin, ma al 25° un'altra magia di Finney permise ad Hamilton di riportare in vantaggio il Distillerey per la gioia del pubblico, incredulo, ma entusiasta nel vedere la propria squadra prevalere sui campioni portoghesi.
Il vantaggio della squadra di Eastham resistette quasi fino all'ora di gioco, ma poi ci pensò proprio Eusebio a riportare il risultato in parità al 58° e soltanto due minuti più tardi il Benfica realizzò anche il gol del 2-3 firmato ancora una volta da Serafin.
A questo punto il pubblico di Windsor Park sembrava doversi rassegnare, ma qualcuno ancora non si voleva arrendere, era il Capitano della squadra, era la leggenda del Preston North End, era quel 41enne che correva ancora come un ragazzino, era quel "ragazzino" che quella sera vestiva la maglia bianca non del PNE, non dell'Inghilterra, ma del piccolo Distillery, era Tom Finney che con la sua consueta classe deliziò ancora una volta quei tifosi, che per una notte ebbero il privilegio di poterlo ammirare, regalando loro un'altra giocata decisiva che permise ai Whites di segnare ancora, stavolta con Ellison, di vivere un sogno che sarebbe stato ricordato per sempre nella storia del Club.
Finì 3-3, fu uno spettacolo irripetibile, la prestazione di Finney sarebbe stata ricordata per gli anni a venire ed i fortunati presenti al Windsor Park quella sera avrebbero certamente potuto raccontare quello che vissero, il susseguirsi di emozioni, la sofferenza, la paura, la speranza ed infine la gioia per quel pareggio insperato, quel pareggio prestigioso che valeva come una grande vittoria.
Non ci sono grandi dettagli su quanto accadde alla fine di quel match, immagino che compagni ed avversari si complimentarono con quel "ragazzino di 41 anni", immagino che la folla era entusiasta ed incredula per quanto aveva visto, ma mi piace soprattutto immaginare, e sono convinto che sia successo per davvero, che i due grandi campioni, Finney ed Eusebio si salutarono e si fecero i complimenti a vicenda, quella sera brillò soprattutto la stella del giocatore inglese, ma la fama e la classe del portoghese non era di certo in discussione ed il rispetto tra quei due uomini era certamente lo stesso.
In quella battaglia in mezzo alla tempesta in quella fredda notte sotto il cielo di Belfast due stelle illuminarono il Windsor Park, due campioni diversi, di epoche diverse, Finney era purtroppo alla fine della sua carriera già da tre anni, mentre Eusebio era nell'apice dei suoi anni da calciatore, due grandissimi di questo sport che a loro modo lasciarono per sempre il segno "incrociandosi" solo una volta, solo quella notte. 
Fu incredibile come Finney a 41 anni e ritiratosi dal calcio da tre anni riuscì a giocare quella partita per tutti i novanta minuti deliziando la folla con le sue splendide giocate di classe e soprattutto rendendosi protagonista assoluto soprattutto in occasione di tutti i gol realizzati dal Distillery, anche quella sera questo grande campione dimostrò di essere un calciatore immenso, ma anche un uomo d'onore, un uomo, prima che un calciatore, che onorò al meglio l'impegno preso, rispettando nel migliore dei modi la parola data mettendo in campo tutto quello che poteva dare... che come al solito era tanto, davvero tanto..
Finney fu decisivo in campo, ma riuscì anche a trasmettere ai suoi compagni di squadra la convinzione di poter giocare una grande partita incoraggiandoli prima di entrare in campo a non soffrire di nessun tipo di complesso di inferiorità nei confronti dei rivali, dando a questi giocatori inesperti in campo europeo una grande iniezione di fiducia, di certo le parole di questo grande campione diedero uno stimolo in più a tutta la squadra che scese in campo con la giusta cattiveria agonistica che gli permise di affrontare alla pari i campioni portoghesi costringendoli a tornare a casa con in tasca soltanto un pareggio.
A fine partita Finney si dichiarò contento di aver potuto aiutare questa splendida squadra a pareggiare contro una delle più grandi squadre del mondo augurando ai suoi compagni di far bene anche nella partita di ritorno a Lisbona... già, a Lisbona non andò per niente bene, ma a Lisbona non c'era lui.. e comunque per il Distillery quella rimarrà la miglior partita della sua storia, poco importa quello che poi successe in Portogallo.


Fu la prima ed ultima volta che Finney e d Eusebio si incontrarono su un campo di calcio, furono due grandi campioni, ma di epoche diverse, quando Finney si ritirò nel 1960, Eusebio giocava ancora nella sua prima squadra, lo Sporting L. Marques, prima di passare, proprio all'inizio della stagione successiva al Benfica dove vi restò fino al 1975 diventando leggenda, quindi i due giocatori non si sfidarono mai in competizioni internazionali nè con i rispettivi Club, nè con le rispettive Nazionale, ma il destino li avrebbe fatti in qualche modo incontrare di nuovo, entrambi infatti sono ora lassù in cielo a dare spettacolo dando calci ad un pallone in mezzo alle nuvole, entrambi ci lasciarono nel 2014, il 5 gennaio Eusebio ed il 14 febbraio Finney, entrambi hanno lasciato ricordi indelebili per il mondo del football e non solo e mi piace immaginarli così, che giocano a pallone, quello che hanno saputo fare in modo divino.
Nei giorni delle loro morti furono tantissimi i riconoscimenti da parte di tutto il mondo del football, ma è bello sapere che anche il Distillery FC, ora Lisburn Distillery FC, volle onorare quello che fu per una sola notte un loro calciatore, il loro miglior calciatore di sempre, osservando un minuto di silenzio prima della partita che seguì alla sua tragica scomparsa. 


    


Il 25 settembre 1963 il Lisburn Distillery FC volle ricordare con una cena il 30° anniversario di quell'incredibile partita e, come racconta l'attuale Club Director Terry Thompson, anche Sir Tom Finney venne invitato all'evento, ma fu costretto a rinunciare perchè in quel periodo sua moglie era malata.
Thompson era presente quella notte del 1963 e ricorda ancora benissimo quella partita e la fantastica prestazione di Finney, queste le sue parole: ""Mi ricordo bene la reazione della folla quando Tom  scese in campo, la mia memoria è viva e ricordo come faceva sembrare ogni cosa così semplice e, in particolare, la sua posizione. Sembrava che stava in posizione verticale rispetto agli altri giocatori e la pioggia torrenziale che cadde quella notte non sembrò fare nessuna differenza per lui mentre scivolava con il suo gioco che mostrava la sua classe indubbia in molte occasioni. "
Molto simpatico e significativo quello che poi Thompson racconta a proposito della cena commemorativa, un dettaglio che ci fa ancora una volta capire la personalità di Sir Tom, un vero gentleman dentro e fuori dai campi di calcio: "Io personalmente avevo parlato a Sir Tom al telefono per invitarlo, lui avrebbe accettato e sperava di poter fare il viaggio a Lisburn, ma purtroppo proprio in quel periodo sua moglie si è ammalata e così non ha potuto partecipare.
"Alla cena tutti i giocatori hanno ricevuto in ricordo una campana di cristallo tagliata e con incisa la data della partita contro il Benfica e, dato che Sir Tom non era stato in grado di partecipare, ho inviato per posta la sua campana presso la sua casa a Preston.
"Be'... un paio di settimane più tardi un pacco è arrivato a casa mia, conteneva la campana di cristallo che mi venne restituita con una bella nota di Sir Tom che ci ha ringraziato per un dono così generoso, ma che ci ha chiesto che il Club tenesse la campana nella speranza che quando le persone l'avrebbero vista avrebbero ricordato notte in cui a Tom Finney venne data la possibilità di realizzare il suo sogno di giocare una partita di calcio europeo grazie al permesso di poter vestire per quella notte la maglia del Distillery Football Club, è stato da parte sua un bel gesto, un gesto da veri gentiluomini."

http://www.lisburntoday.co.uk/sport/football/tom-finney-remembered-1-5890917




Questa partita sarà per sempre ricordata dal Distillery e dai suoi tifosi, nonostante il 5-0 con cui il Benfica avrebbe poi vinto a Lisbona eliminando gli irlandesi da quella che per ora rimane la loro unica apparizione nella Coppa dei Campioni, ma per noi tifosi del Preston North End verrà per sempre ricordata come" Quando Finney affrontò Eusebio".